Oggi si corre troppo, il silenzio interiore sembra un lusso e l’armonia con gli altri un miraggio.
Esistono pratiche capaci di riportarci al cuore dell’essere?
La risposta è sì, una di queste è l’Om Chanting, nella sua forma trasmessa da Bhakti Marga, che porta con sé la semplicità del suono sacro e la potenza del cerchio.
Questo antico rituale collettivo non è solo canto: è vibrazione, guarigione ed esperienza di comunione profonda. Entrare in un cerchio di Om Chanting significa lasciarsi avvolgere da una frequenza che trascende le parole e ci ricorda che, al di là delle differenze, siamo parte di un’unica energia universale.
Per comprendere il potere del cerchio, occorre partire dal suo cuore: il mantra Om.
Nelle tradizioni spirituali indiane, Om è considerato il suono primordiale, la vibrazione da cui tutto ha avuto origine. È il suono della creazione, il respiro dell’universo, la sillaba che racchiude passato, presente e futuro.
Quando cantiamo Om, non stiamo semplicemente emettendo un suono: stiamo sintonizzando la nostra frequenza con quella dell’universo, riconnettendoci a una verità che precede ogni forma e ogni pensiero.
Il cerchio è uno dei simboli più antichi e potenti che l’umanità conosca. Rappresenta l’unità, l’eterno ritorno, l’armonia della vita che non ha né inizio né fine.
Nell’Om Chanting, le persone si siedono formando due cerchi concentrici: chi è nel cerchio interno rivolge lo sguardo verso l’esterno, chi è in quello esterno verso l’interno. Questo assetto crea un flusso di energia che si amplifica, come un’onda che cresce e ritorna, purificando e innalzando vibrazioni.
Il cerchio diventa così uno spazio sacro di connessione, dove ogni partecipante è parte integrante di un’unica energia collettiva.
Bhakti Marga, movimento spirituale fondato da Paramahamsa Vishwananda, ha reso questa pratica accessibile in tutto il mondo. La struttura del cerchio, la modalità del canto e il tempo dedicato non sono casuali, ma rispondono a un’antica saggezza custodita e tramandata.
Praticare Om Chanting secondo il metodo Bhakti Marga significa inserirsi in una rete globale di gruppi che, in contemporanea, diffondono la stessa vibrazione in ogni parte del pianeta. Questo rende il cerchio non solo un’esperienza personale, ma anche un atto di servizio e guarigione collettiva.
Molti partecipanti testimoniano i profondi effetti dell’Om Chanting, sia a livello personale che collettivo. Tra i principali benefici:
Il suono del mantra agisce come un massaggio sottile, portando armonia alle emozioni e quiete alla mente.
La vibrazione collettiva ha il potere di sciogliere tensioni e schemi radicati, favorendo un senso di leggerezza e apertura.
Non si tratta di una guarigione medica, ma di un sostegno energetico che può riequilibrare e favorire processi di benessere più ampi.
Partecipare al cerchio permette di sperimentare la connessione con la propria essenza e con l’intera creazione.
L’energia generata non resta solo nel cerchio, ma si espande nell’ambiente circostante, contribuendo ad elevare le vibrazioni del luogo e delle persone vicine.
Entrare in un cerchio di Om Chanting è un invito a lasciare fuori le preoccupazioni quotidiane e ad affidarsi. Non servono doti vocali particolari né conoscenze musicali: l’unica cosa necessaria è la disponibilità a sedersi, respirare e lasciarsi guidare dal suono.
All’inizio, il canto può sembrare ripetitivo, ma presto il ritmo prende forma, e la mente smette di analizzare. Il corpo si rilassa, il respiro si fa naturale, e ci si accorge che il suono non arriva solo dalla propria voce, ma da un’onda più grande che ci attraversa.
Molti raccontano la sensazione di “non essere più soli”, di sentirsi parte di una famiglia universale. Il cerchio diventa così uno spazio di cura reciproca, accoglienza e trasformazione.
Uno degli aspetti più toccanti dell’Om Chanting è la sua dimensione altruistica. Ogni cerchio non lavora solo per i partecipanti, ma genera un’onda di vibrazione che si espande oltre, toccando persone, luoghi e situazioni che necessitano di armonia.
Durante la pratica, infatti, spesso viene dedicata l’energia a comunità, Paesi o individui che attraversano momenti di difficoltà. Questo rende il cerchio un vero e proprio atto di amore e di servizio per la collettività.
Dopo diversi minuti di canto, il cerchio si chiude con un momento di silenzio. Questo è forse l’attimo più prezioso: lo spazio in cui la vibrazione si deposita nel cuore e ognuno può percepire la pace che si è generata.
È in quel silenzio che si riconosce la potenza del cerchio: non come qualcosa di esterno, ma come uno stato che possiamo portare con noi, nella vita di ogni giorno.
Partecipare a un cerchio di Om Chanting significa concedersi un tempo sacro per sé stessi e, allo stesso tempo, offrire un dono al mondo.
Non è una pratica legata a una religione o a una fede specifica: è aperta a tutti, a chiunque senta il richiamo del suono e del cerchio.
In un’epoca in cui spesso ci si sente separati, isolati o frammentati, l’Om Chanting ci ricorda che non siamo soli, ma parte di un’armonia più grande.
Il potere del cerchio nell’Om Chanting non risiede soltanto nella bellezza del canto, ma nella possibilità di ritornare all’Uno, alla consapevolezza che ogni voce è importante e che insieme possiamo generare un cambiamento.
Ogni volta che un gruppo si riunisce per cantare Om, la terra respira un po’ di più, il cuore umano si ricorda della sua essenza, e l’universo risuona con la frequenza dell’amore.
Partecipare a un cerchio significa, in fondo, scegliere di nutrire l’anima, sostenere il corpo e placare la mente, in connessione con gli altri e con la vita stessa.